CAI Monti Lattari

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Escursione 4 settembre

Domenica 4 settembre 2022

Intersezionale CAI Salerno e CAI Stabia

Monti Lattari

Stazione della funivia al Monte Faito – Sorgente dell’Acqua Santa – Casa del Monaco – Pian del Pero – Acqua della Lontra – Piazzale dei Capi– Stazione della Funivia al Monte Faito

 DIFFICOLTA’: E

DIRETTORI DI ESCURSIONE:

(per Castellammare di Stabia): Raffaele LUISE (339.2040444)

(per Salerno):  Ennio Capone (338.8715121)

DISLIVELLO: 300 m circa    DURATA: 4 h soste escluse     LUNGHEZZA: 11 Km      TIPOLOGIA: ad anello.

EQUIPAGGIAMENTO NECESSARIO:  Scarponi da montagna, giacca a vento e/o mantellina antipioggia, abbigliamento escursionistico a strati, cappello, occhiali da sole, lampada frontale e protezione solare. Utili i bastoncini telescopici. Pranzo a sacco e acqua (Almeno un litro e mezzo).

APPUNTAMENTO alla stazione della funivia di Castellammare di Stabia alle ore 9.30 (prima funivia in partenza alle ore 8:20, ultima alle ore 20:10). Inizio escursione dal piazzale della funivia di Monte Faito.

Per i Salernitani: Parco Pinocchio h 8.00 – P.za Concordia h 8.10 con auto propria.

DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO: Il Monte Faito (1131 m), la montagna per antonomasia dei napoletani, verso la quale già nell’ottocento si era rivolto l’interesse dei botanici e dei soci del CAI, fino a divenire negli anni ’50 del novecento la sede di un villaggio turistico, raggiungibile con la funivia da Castellammare di Stabia, continua ad essere la meta ideale per allontanarsi rapidamente dai lidi assolati dei golfi di Napoli e di Salerno ed immergersi nel fresco della Natura.

Invero i boschi del Faito hanno molto poco di spontaneo, essendo frutto, in buona parte, di un rimboschimento, realizzato alla fine dell’ottocento, con oltre centomila esemplari tra faggi, conifere, meli, peri e castagni, dal conte Girolamo Giusso, presidente della sezione di Napoli del CAI dal 1882 al 1897 e proprietario di buona parte della montagna.

Il villaggio alpino del Monte Faito comprende un complesso sportivo dotato di campi da tennis, campo da volley e piscina, ristoranti, aree picnic, bar e hotel, tuttavia il fascino dei boschi rinaturalizzati, piantati dal Giusso, rimane inalterato. Il percorso da me consigliato è quello che con partenza dalla stazione della funivia, percorrendo i sentieri CAI 336, 350, 338a, 338b e 338c (tracce scaricabili dal sito ww.caimontilattari.it) consente di effettuare un anello all’interno dei boschi del plateau sommitale del Faito, con frequenti scorci panoramici sui golfi di Napoli e di Salerno e le isole di Capri, Ischia e Procida. Nelle giornate più limpide il panorama si spinge fino al Circeo, ai Monti dell’Abruzzo e alle isole pontine.

Dalla stazione della funivia si sale la scala che conduce al sentiero di cresta del Faito n. 350. Si continua in lieve salita fino al piazzale poco più in basso del Santuario di San Michele Arcangelo dal quale si diparte il sentiero per il Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi. La sezione CAI di Castellammare di Stabia in collaborazione con la diocesi di Castellammare-Sorrento, ha da qualche anno ripristinato il pellegrinaggio, che fin dal medioevo si svolgeva sul Monte Faito, conducendo i pellegrini fin sulla vetta del Molare (Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi), ove era fondato un piccolo romitorio, dedicato al culto di San Michele Arcangelo, probabilmente nello stesso luogo di un precedente tempio pagano. Tale pellegrinaggio, svolgendosi a cavallo del primo giorno di agosto, consentiva, tra l’altro, ai pellegrini, di trarre beneficio dal refrigerio dei boschi nel periodo più caldo dell’anno.

Si prosegue sul sentiero fino alla sorgente dell’Acqua Santa, una sorgente carsica così chiamata perché la leggenda locale vuole che a far sgorgare l’acqua dalla roccia sia stato lo stesso San Michele con un colpo di lancia.

L’acqua sgorga da una parete di roccia, ricca di felci e caratterizzata da due rari  endemismi, la Lonicera stabiana: un caprifoglio che nel mondo cresce solamente sui Monti Lattari (endemismo puntiforme) e l’”Erba unta Amalfitana” (Pinguicula hirtiflora) l’unica pianta carnivora del Parco dei Lattari, una piccola erba perenne che la selezione naturale ha adattato alla “caccia agli insetti”.  Dalla fresca radura dell’Acqua Santa è possibile proseguire nelle giornate meno calde fin sulla vetta del Molare che, coi suoi 1444 metri, rappresenta la cima più alta dei Monti Lattari. Noi però devieremo a destra sulla bretella 338c per immetterci sul sentiero della Casa del Monaco, immediatamente a sud del Monte Cerasuolo. Il sentiero conduce al Pian del Pero, sede un tempo di un galoppatoio. Prestando un po’ di attenzione, si imbocca sulla sinistra, il sentiero 338b dei Faggi Secolari, così denominato per la presenza di alcuni esemplari di faggio tra i più longevi dell’Appennino. Questi alberi bordano le neviere, le fosse dove, un tempo, nel periodo invernale veniva ammassata la neve caduta sul Faito. Nei mesi estivi, la neve veniva cavata e trasportata in blocchi ai porti di Vico Equense e Castellammare di Stabia per essere venduta a Napoli. Una volta raggiunta la strada asfaltata, nei pressi della sorgente della Lontra, la si segue sulla destra fino a raggiungere il piazzale dei Capi, spettacolare punto panoramico, sospeso tra i due golfi dove è possibile ristorarsi a uno dei bar, prima di riprendere il sentiero di cresta che, in breve, conduce in salita alla stazione della funivia.

AVVERTENZA: I direttori di escursione si riservano di modificare in parte l’itinerario in caso di condizioni meteo avverse o di condizioni del sentiero e capacità dei partecipanti tali da impedire la conclusione dell’escursione nei tempi prefissati

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