CAI Monti Lattari

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Escursione Domenica 6 settembre

6 settembre 2020

intersezionale CAI con Campobasso e Vallelonga – Coppo dell’Orso
Carovilli – Civitanova del Sannio
lungo il Tratturello di San Domenico e il Tratturo Castel di Sangro-Lucera

Difficoltà T/E

Direttori: Pio GAETA (335 6339741) – Davide SABATO (335 7764873) – Marina BRUSCHI (346 2473725)
Associazione “INTRAMONTES” (Eugenio Auciello 331 6195078)

Appuntamento: a Castellammare di Stabia alle ore 6:30 con auto proprie, all’uscita del Casello autostradale di Caianello alle 7:30 oppure alla Chiesa di San Domenico a Carovilli alle 8:30

LOCALITÀ PARTENZA: Chiesa di San Domenico (m.910) di Carovilli

LOCALITÀ ARRIVO: Pescolanciano (m.815)
DISLIVELLO COMPLESSIVO: m.200 in salita –m.337 in discesa
LUNGHEZZA TRATTO: Km 8,40
DURATA ESCURSIONE (tempo escluso soste): h 5,00

DESCRIZIONE BREVE DELL’ITINERARIO:

Dalla Chiesa di San Domenico (m.910) si punta decisamente a S, attraversando immediatamente la SP Miranda-Carovilli e immettendosi sulla interpoderale che scende nel vallone S. Dopo poco, al bivio (m.886), ci si mantiene a dx sempre su percorso asfaltato, che in poco più di 2,7Km riporta sulla SP Miranda-Carovilli. Immediatamente prima, sulla curva (m.874), si può lasciare la strada asfaltata per entrare nei terreni coltivi a valle di un caseggiato in pietra e puntare, sempre a S. il muro in pietra posto a poco più di 250m. che delimita il Tratturo del Castel di Sangro-Lucera.

Si discende a sn in direzione E, avendo alle spalle il colle Merocco. Dopo circa 500m., immediatamente prima del fondo del Vallone di San Pietro, si passa di fianco (a dx) alla Masseria Fischietto (m.823), altro punto di appoggio dei pastori posto ai piedi dell’omonimo Colle Fischietto. Da qui il tracciato sale al Bosco Selvabella, prima ripido poi dolcemente, sino al Passo della Forcella (m.890). Dopo 900m dalla Masseria, ad un bivio (m.872), mantenere la dx continuando a scendere lentamente verso Pescolanciano. Altri 950m e si volta a sn (m.828) per aggirare il Colle del Vignale e si percorre un lungo tratto selciato a rilievo, realizzato dal Duca D’alessandro di Pescolanciano. Guadagnata ormai la vista del paese di Pescolanciano, sormontato dal Castello d’Alessandro arroccato sul Monte Totila, è il momento di dare la caccia al cippo, con le iniziali del Regio Tratturo e l’anno della reintegra, localizzabile pochi metri più in alto sulla dn.

Qui ci accoglieranno i rappresentanti dell’Ass “Intramontes” che ci accompagneranno Colle del Vignale per raccontarci delle della cinta di mura fortificate sannitiche e della Torre Santa Maria medievale).

Raggiunto il centro abitato (m.815), è possibile trovare altri due cippi: quello centrale (lungo la Via Garibaldi) e, in corrispondenza di esso, uno di quelli posti al margine del Tratturo (lungo la parallela, Via Cairoli). Segue la visita del paese e al castello d’Alessandro, sempre guidati dagli amici dell’ dell’Ass “Intramontes”.

MOTIVI D’INTERESSE: il Regio Tratturo Castel di Sangro – Lucera Inizia il suo percorso di circa 130 Km, distaccandosi dal Tratturo Pescasseroli-Candela a Ponte Zittola, presso Castel di Sangro in Abruzzo, e dopo essere entrato in Puglia nei pressi del Lago di Occhito arriva a Lucera, dove si raccorda con il Tratturo Celano-Foggia nei pressi di Vigna Nocelli. Nel suo percorso passa nei pressi di Campobasso (a Taverna del Cortile, verso Ripalimosani), dove è interconnesso al Tratturo Pescasseroli-Candela ed al Tratturo Celano-Foggia dal braccio Centocelle-Cortile-Matese. Un ulteriore interconnessione con il Tratturo Celano-Foggia ed il Tratturo Ateleta-Biferno è quella garantita dal tratturello Castel del Giudice-Sprondasino-Pescolanciano

Nel tratto odierno, il tratturello di San Domenico consente, in circa 7km, di collegare il raggiungere il Tratturo Celano-Foggia con il Tratturo Castel di Sangro–Lucera. Nasce sotto i Monti Pizzi, prossimo al Colle Taverna (m.1020, spartiacque appenninico tra il bacino del Fiume Trigno, tributario dell’Adriatico, e quello del Torrente Vandra, tributario del Tirreno) e muore all’altezza della Masseria Fischietto. Circa a metà strada, dopo 4km, è la Chiesa di San Domenico (m.900), posta ai piedi delle rovine sannitiche di Monte Ferrante (m.1051) con la bella croce viaria di pietra e il fontanile. Sulla parete esterna della Chiesa è murata una pandetta del 1793 di Ferdinando IV di Borbone, in merito alla “fida” da esigere per gli animali “grossi e minuti”. In effetti, l’esposizione dei pedaggi – esistenti già nel periodo Romano e di fatto imposti dai baroni locali anche nei periodi in cui erano formalmente aboliti (periodo Angioino e regno di Alfonso I d’Aragona) – fu introdotta dal Re delle Due Sicilie (già con Ferdinando I, come testimonia la pandetta di Sprondasino del 1691), in modo da evitare i ricorrenti abusi ai danni dei pastori, perpetuati dai baroni locali. Sul pianoro su cui insiste la cappella vi è anche una croce viaria in pietra.

CAROVILLI è posto su una sella tra il Monte Ferrante con le sue mura ciclopiche e il Monte Ingotta, ma si può anche dire che è stato punto di incrocio di tratturi (i Tratturi Celano – Foggia e Castel di Sangro – Lucera grazie al Tratturello di San Domenico, che prende nome dall’omonima cappella sita ai piedi del Monte Ferrante su uno slargo erboso e in cui vi è inserita una “pandetta”: vd. supra) e di strade (per Agnone, per S. Pietro Avellana, per Isernia, ecc.). Inoltre, è attraversato dalla linea ferroviaria Carpinone – Sulmona, che deve aver rappresentato un fatto davvero importante per questa comunità tanto da dedicare la piazza principale al comm. Falcone, l’imprenditore che realizzò la strada ferrata e che dovette donare al borgo la fontana in ghisa con la statua di Bacco. D’altronde, proprio per la rete viaria che lo serve, Carovilli era diventato una sorta di capoluogo dell’area (vedi la Pretura). Nella Piazza vi sono oltre alle chiese, la parrocchiale S. Maria Assunta, più remota, e quella di S. Maria del Carmine, anche attrezzature civili in sede propria, come si dice: il Municipio con il Circolo Operaio, cosa difficile da trovare in altri nuclei urbani. Alla stessa maniera, così come vi sono i campanili, vi è una torre civica con l’orologio. Non vi è traccia, invece, del castello se non in un toponimo, Via della Torre.

COLLE DEL VIGNALE conserva nel verde del bosco resti di fortificazioni di epoca sannitica (risalenti al IV secolo a.C.), e i resti della torre di vedetta circolare del borgo fortificato di Santa Maria dei Vignali (XII secolo).

PESCOLANCIANO trova le sue origini in epoca medioevale (“Pesclum Lanzanum”), sebbene sia probabile che l’attuale castello d’Alessandro sia stato costruito sui resti di antiche postazioni sannitiche. Nodo di comunicazione strategico, che collegava i monti dell’Appennino centrale con il mare ed il Tavoliere di Puglia grazie alla presenza del tratturo. La struttura originaria del castello – quando il borgo apparteneva al feudo del normanno Berardo De Carvello (XII secolo) – era formata da distinti corpi fortilizi, con una chiesetta, una torre cilindrica e un fortilizio merlato, cinti da mura. Il controllo passò poi ai d’Evoli, alla Famiglia Carafa Della Spina e infine ai d’Alessandro, che lo trasformarono in una residenza fortificata per il controllo del territorio. Nel XVII e XVIII secolo i d’Alessandro procedettero all’ampliamento dei diversi edifici, realizzando finestre a bocca di fuoco, il ponte levatoio, la pietraia a difesa dell’entrata principale, i magazzini e il cortile principale. A loro si deve anche la cappella gentilizia risalente al 1628, decorata da marmi settecenteschi, stucchi e un quadro di un allievo di Solimena che ritrae Sant’Alessandro di Bergamo, patrono della famiglia, le cui reliquie – trasportare nel castello nel 1787 – sono conservate in urna sottostante. Dalla metà del ‘600 fu avviata dai d’Alessandro un’importante attività di allevamento di cavalli proseguita fino al XIX secolo, che ha trovato massima espressione nel trattato di Giuseppe d’Alessandro “Pietra di Paragone dei Cavalieri”, edito nel 1711: un’opera sulle regole del cavalcare, su come curare le infermità dei cavalli, sulla professione della spada, che unisce tecnica, arte poetica e assiomi esoterici. Dal 1780, nelle pertinenze del castello, fu allestita una piccola fabbrica di ceramiche (andata distrutta nel 1798 per un incendio), la cui produzione (piatti, vasellame, teiere, zuppiere, nonché busti e soggetti neoclassici in biscuit) iniziò a fare concorrenza anche alla regia fabbrica di Capodimonte. Va ricordato infine che il castello ospitò il noto storico ed archeologo (premio Nobel nel 1902) Teodoro Mommsen, durante la sua visita agli scavi archeologici di Pietrabbondante.

CARTOGRAFIA DI RIFERIMENTO: cartine IGM 1/25.000, n.153 II SO Carovilli, n.153 II SE Pescolanciano e n.161 I NE Frosolone (con tracciato tratturale ivi riportato)

EQUIPAGGIAMENTO PER L’ESCURSIONE:
mascherina e gel disinfettante a base alcolica, crema solare, kit pronto soccorso per uso personale e scheda con farmaci per eventuali allergie, telo termico; zaino e coprizaino, borraccia, occhiali da sole, bastoncini, scarponi, cappello, giacca in goretex (o equivalente), binocolo, pila frontale, coltellino multiuso, Si consiglia un abbigliamento a strati (a cipolla), cibo ed acqua sufficienti all’escursione, indumenti di ricambio completo (scarpe, calze, maglietta, etc.).

Sulla base del protocollo operativo predisposto dal C.A.I. Centrale, i partecipanti sono invitati a scaricare e a prendere visione del seguente documento:

* Protocollo riavvio dell’attività escursionistica e cicloescursionistica – Note operative partecipanti

Scarica il documento

I partecipanti dovranno consegnare al Direttore d’escursione il seguente modulo di autodichiarazione debitamente compilato.

* Modello di autodichiarazione per l’attività escursionistica e ciclo escursionistica –

Scarica e compila il documento

I direttori di escursione si riservano di modificare in parte l’itinerario, di annullarlo in caso di condizioni meteo avverse o di condizioni del sentiero e capacità dei partecipanti tali da impedire la conclusione dell’escursione nei tempi prefissati.

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